LE SOFT SKILLS

Sapere, saper fare, saper essere: la triade degli irrinunciabili, nel mondo del lavoro.

Soprattutto saper essere: il dibattito sulle soft skills ha preso piede a livello generalizzato, mondiale, dagli anni ’80 del secolo scorso. Dai primi passi dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), dall’elenco ufficiale delle dieci Skills for life, pubblicato negli anni ’90, gli approfondimenti e la letteratura conseguentemente prodotta sono stati molteplici.

È pertanto patrimonio comune, ormai, che il successo, in tutti i settori professionali, sia dato dal giusto mix di contenuti, competenze specifiche (le hard skills) e competenze relazionali e trasversali, connesse al quoziente di Intelligenza Emotiva di ognuno di noi, cioè alla capacità di essere consapevoli delle emozioni proprie e altrui. L’evoluzione armonica della personalità e il grado di soddisfazione esistenziale sono infatti strettamente connessi al saper riconoscere e definire sentimenti e bisogni, conciliandoli con gli obiettivi a breve e a lungo termine e con le stesse istanze altrui. Da questo primo, importante passo discendono la motivazione, la mobilitazione di risorse interne ed esterne e la proattività necessarie ad affrontare la relazione con gli altri e i problemi personali e le questioni lavorative.

Ecco dunque perché si tratta di life skills, competenze di vita, e perché sono così importanti: si tratta, d’altro canto, di una serie di caratteristiche difficilmente quantificabili, in quanto da misurare sui singoli e sulle sfaccettature delle diverse personalità. Possiamo però riproporre di seguito uno schema abbastanza dettagliato, frutto di uno studio della Commissione Europea del 2011, che raggruppa 22 abilità in cinque settori principali:

In particolare rispetto al Terzo settore, le soft skills rappresentano vere e proprie fondamenta per tutte le diverse professionalità sociali, sanitarie, assistenziali ed educative, in cui risulta centrale la capacità di entrare e stare in relazione con le persone, con i gruppi e con le comunità sociali.

Dunque, data la centralità di quest’ultimo settore nella maggior parte delle economie regionali del nostro Paese e, più in generale, la necessità di fornire risposte concrete, nonché un giusto equipaggiamento a coloro che si affacciano sul mondo del lavoro, è importante agire contemporaneamente su più fronti:

  • i sistemi di istruzione e formazione, in cui occorre integrare l’attuale forte orientamento all’acquisizione e rinforzo delle competenze tecniche con modalità che facilitino l’acquisizione e lo sviluppo delle soft skills;
  • le strutture di valutazione e certificazione delle soft skills, da implementare, sintonizzare con i canali informativi prioritariamente utilizzati dai più giovani e integrare con i servizi di orientamento lavorativo;
  • la personalizzazione dei percorsi di sviluppo – è importante non dimenticare che, pur essendo fondamentali ovunque, non tutte le professioni richiedono soggetti con le stesse soft skills allo stesso livello, e che esse, pur non essendo immediate da conseguire, possono essere sviluppate con la formazione adeguata: è perciò fondamentale essere coscienti del livello di partenza per impostare i giusti percorsi formativi e/o consulenziali.

Fonti:

http://www.scrselezioni.it/soft-skills-per-il-lavoro-quali-sono-e-perche-valorizzano-la-prestazione-e-la-carriera/

http://www.umaniversitas.it/soft-skills

http://www.planlab.it/soft-skills-cosa-sono-e-come-si-valutano/